lunedì 12 dicembre 2011

Il secondo sesso

Gli scacchi sono un gioco crudele. Io non sono tagliata per cose così cruente, non è nel mio stile, io sono la tipa dai parliamone non riesco ad agire senza spiegare, non riesco a pensare solo ai miei pedoni, e se la mia regina si trova di fronte alla regina avversaria io mi aspetto che solidarizzino e parlino di come la loro libertà di movimento sulla scacchiera non sia davvero sinonimo di potere ma equivalga a sfruttamento mentre alfiere, cavallo e torre (che per me è maschio) sono dei tecnici, degli specialisti, hanno le loro competenze, sono luminari l’uno della diagonale, l’altro dello spostamento a L e la torre la fa da padrona nei movimenti in orizzontale e in verticale. La Regina può spostarsi dove e quanto vuole. Perdi la Regina e ciao. Perché lei si deve arrangiare a fare tutto. Un po’ come accollarsi la cura dei bambini e della casa dopo una giornata di lavoro. Certo, a lei la fanno partire dalla casella del suo colore. Sedicente cavalleria. Come dire a una femmina tesoro mettiti in macchina e vienimi a trovare, io non posso venire. E il povero tesoro, inforca il volante e guida per 2 ore, magari compra pure il vino e qualcosa da mangiare, certo. Arriva da lui, citofona, lui apre dopo 10 minuti perché voleva vedere se gli era possibile dischiudere il portone con la forza del pensiero e degli effluvi della tuta sudicia che indossa, perché di interrompere il suo sodalizio con il divano non se ne parla. Quando finalmente si decide a schiacciare il tastino e lei arriva al di lui cospetto questo le concede addirittura di scansarsi dalla porta e cederle il passo per poi seguirla. Ooooh! Che signore. E lei è pure contenta perché il mio uomo è un gentelman.
Questo è la Regina. Una tuttofare senza dignità che deve accollarsi una squadra di monchi che possono muoversi o poco o solo in un certo modo pur di difendere il re.
Chi è più forte? Lei, che quasi si fa spuntare le ali pur di essere ovunque o lui, il Re, che se ne sta lì bel bello, comodo e protetto e si sposta a passettini?
E dunque la Regina, di fronte a una sua collega, deve deporre le armi. Combattessero per lo stesso maschio lo capirei, allora lì non ci sarebbe storia, fatevi pure a pezzi. Ma due subalterne figlie della istituzionalizzazione del patriarcato, due prodotti dell’illusione 68ina, due schiave del loro apparato riproduttore che le costringe a vivere per cercare un inseminatore, facendo girare la loro vita intorno alla maturazione dolorosa di ovuli e all’allestimento di un salone delle feste che 9 volte su 10 bisogna smantellare sempre a fine mese, bè io da queste due signore mi aspetto che si ammicchino e si sostengano. Che si alleino e facciano comunella. Che spettegolino della servitù o dell’ingenuità dei pedoni. Che dicano dell’alfiere che è solo un arrogante con il ciuffo tirato a lucido e che si accordino per andare a fare spese nel fine settimana. NON CHE UNA MANGI L’ALTRA E CHE L’ALTRA, PUR DI  METTERE FUORI GIOCO LA SUA NEMICA SI TROVI POI AD ESSERE MANGIATA DA UN CAVALLO!
Basta, io con gli scacchi ho chiuso.

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