sabato 17 dicembre 2011

23 dicembre 2008

Il mio fidanzato, quello che, per intenderci, pronuncia frasi come "dovresti perdere 5 kg", mentre io attraverso a piedi nudi quel selciato cosparso di vetri rotti che è la sindrome premestruale.
Il mio fidanzato, quello che per un mese mi ha chiamato Cristina.
Il mio fidanzato, quello che oggi mi  ha donato un aeroplano telecomandato, comprato da un cinese, come regalo di Natale. Dodici euro:
 Quello che volevi tu”
“Io? Quando l’avrei chiesto?”
“Ma come…l’altro giorno, lo volevi comprare…”
“Io?”

Alla fine è stato chiarito che non ero io ad anelare a questo felice sposalizio tra convenienza e tecnologia, ma la sua migliore amica, nonché ex fidanzata. E alla fine, chiarito lo scambio di persona, lei se l'è pure preso.
Ora. Domanda a risposta multipla.

a)      sono io?
         b)      sono loro?

25 novembre 2008

Come presidente americano è stato eletto un negro.
L'isola dei famosi l'ha vinta un ricchione.
Il prossimo papa sarà Elephant man.

29 ottobre 2008

Per andare dove dobbiamo andare.


Il volo Napoli-Milano: un tripudio di confezioni da viaggio di mozzarella.
Applauso finale al pilota.
Bambini di 4 anni coinvolti nella preghiera all'angelo custode durante l'atterraggio.
E soprattutto l'attesa di valigie che in un attimo vengono antropomorfizzate e chiamate, descritte, attese e tifate dai proprietari.
Signore che, di fronte al nastro portabagagli, urlavano "illan a mij, oì" quasi a voler insinuare che le loro borse avevano come vinto una gara e che erano state più brave delle altre e che le altre valigie se l'erano messe 'a sott'.
Viviamo in un reality show condotto dai fratelli Caponi e 700 mila lire, a noi, ci fanno ancora specie.

24 settembre 2008

- Buonasera, studio del dott. ****
- Salve, volevo sapere dove vi trovate...
- Siamo a piazza Immacolata.
- Ma in mezzo alla piazza proprio?
- Sì, abbiamo un camper...

16 settembre 2008

Ma che ci faccio io agli uomini?


E anche questa è fatta. Era rimasto l'unico ad anelare all'inesauribile vagonata di felicità che colpisce chi amo come quei pugni di vento che entrano dai finestrini dei treni in corsa.
Era quello a cui ho tenuto di più, in assoluto.
Il mio preferito.
Quello, per mia fortuna, più propenso alle storie di sesso, alle conquiste da consumare in pochi giorni.
Quello che pareva allergico alla stabilità, alla coppia.
E a me, ovvio.
Ebbene ragazzi. Anche questa sfida è vinta.
Anche lui ha trovato l'amore della sua vita e ora convive con la destinataria di questo bel sentimento.
Per farlo ha rinunciato all'erasmus in Germania e ad una vita in una città dove pastorizia e agricoltura non sono le attività economiche principali.
Ora vive a Pescara, in mezzo agli gnu.
Ha rinunciato a una delle città più belle d'Europa, a una delle esperienze più belle della sua vita per andare a vivere con la sosia di Sconsolata.

Ormai è anche inutile che io continui a decantare i miei poteri. Lo sapete, basta frequentarmi per un po', permettere che io mi affezioni e poi lasciarmi. Finché io vi amerò avrete 1000 possibilità al minuto di innamorarvi follemente di chiunque ed essere ricambiati e di riprodurvi, sposarvi o comunque essere stra-stra-stra felici.

Perché io sono anche questo. Un'acquasantiera. Un vischio a Natale.
Un ferro di cavallo. Una zampa di coniglio. Sono il pestare la merda per strada.

2 settembre 2008

Coeli et terrae


Dio è come le catene di Sant’Antonio: non c’è un reale nesso tra l’inoltrarle e l'eludere sventure, però uno evita di interromperle, perché non si sa mai.

1 settembre 2008

Le parole sono importanti

Una donna lavora studia e lavora per un intero anno.
Cerca di conservarsi i soldi, detraendoli dalle elemosine che guadagna ogni mese.
Arriva luglio che, quest’anno, ci ha messo una vita a finire.
Il 5 agosto un volo per Londra, prenotato a MAGGIO, l’aspetta.

Venerdì 1 agosto: il collo si gonfia tipo tappo d’alluminio dello yogurt quando va a male e sviluppa il botulino e l’ebola.
Venerdì 1 agosto – interno notte- inizia un dolore lancinante all’orecchio sinistro. Insonnia. Cuscino primo nemico.
Sabato 2 agosto. Occhiaie, febbre, orecchio dolorante e coglioni vorticanti. Prenotazione visita otorino che, se non fosse per il cancro che ha, col cazzo che lo trovavo a Napoli il 2 agosto.
Ore 16: l’otorino chiama e annuncia che la visita è rimandata di 3 ore. E già questo.
Ore 19 e 10: sono su quella sedia da braccio della morte con un vecchio esacerbato dalle sfide che la vita gli ha messo davanti che mi fa volutamente male premendomi la testa e il collo, stringendomi il naso tra le mani, inserendomi un divaricatore nell’orecchio e sputandomi in faccia.
Ore 19 e 15: il dottore mi annuncia una “grave otite media”.

“Dottore, io martedì dovrei part…”
“NO”

Gli spiego dell’aereo, di Londra, di Berlino, degli ostelli prenotati, dei bambini che muoiono di fame, dell’allocazione delle risorse scarse, di mio cugino che quando ero piccola me l’ha fatto vedere, ma lui niente. Continua a dire NO, che anzi a un certo punto ho pure pensato di porgli diversamente la domanda, tipo “Devo non partire?” ma la verità, a quel punto era che quell’aereo non l’avrei preso.

Torno a casa con una lista di medicine di 4-5 metri. Tanto che, ovviamente, il 6 agosto ero sana come un pesce, potevo vincere il premio “OMS 2008”.
Le ore successive a quella visita le ho passate fissando il vuoto e scoppiando a piangere a intervalli regolari.
La guida di Londra del National Geographic era lì, sulla mia scrivania a ridere di me.
Ho dovuto disdire tutto. Ovviamente ci ho perso i soldi dei voli.
Mi aspettavo, come minimo, che a Londra facessero un attentato. Che a Berlino tornasse la NSDAP. Che violentassero tutte le 25enni napoletane. E invece niente. Non sono partita e basta, non è che c’era un reale motivo per subire questo bello scherzetto.
La morale della storia è che, anche quando succedono certe cose senza senso, quando perdi una vacanza prenotata da mesi, quando perdi l’occasione di staccare un po’, riposandoti da una vita schifosa, c’è sempre una dozzina di parenti pronta a dirti, ripetutamente e ad ogni contatto telefonico, che OGNI IMPEDIMENTO E’ GIOVAMENTO. 

25 luglio 2008

La mia biografia inizierà con queste parole: mio padre.

16 luglio 2008

Scemo e più Scemo


>Sai che i Laghetto si sono sciolti?
>Quindi mo sono tutte goccioline?

18 giugno 2008

L'anello di Re Salomone


Un passero ha fatto un nido su una pianta del mio balcone.
Ieri sera, per entrare nel mio palazzo, ho dovuto scavalcare una blatta.
Sulla strada che unisce casa mia alla metropolitana c'è da 2 settimane un gatto morto ammazzato, oltre che topi vari (vivi) e piccioni-tigre.
Per non dimenticare quel grazioso cane dimmerda che ogni tanto mi salta addosso per mangiarmi il volto.
Sono Jean de La Fontaine, piacere.

7 giugno 2008

The doctor is in


Sconosciuti di tutto il mondo, quando mi incontrano in metropolitana, in pullman, ferma sotto un portone a fumare una sigaretta, in piscina, al bar e in ogni dove, iniziano a parlarmi.
Ma c'ho la faccia da parrucchiere?

27 maggio 2008

State attenti.


Ieri avrò ascoltato almeno 20 volte "The way we were" e stamattina vengo a sapere che Pollack è morto.

26 maggio 2008

Final destination


Allora. Sabato mi è scoppiato il forno.
Oggi un cane mi è saltato addosso e voleva mangiarmi la faccia.
Domani incudini volanti?

lunedì 12 dicembre 2011

20 aprile 2008

Ho passato la serata a sentire le confidenze della scopamica del mio ultimo amante che chiameremo Giusva, sottolineando che è solo un nome di fantasia che non ha nulla a che vedere con Fioravanti.
Dicevo. Mi ha elencato tutti i particolari di una loro recente erotica giacenza. E i di lei dubbi.
E già questo.
A fine serata, poi, complice l'ennesimo bicchiere di sangria, mi sono lasciata andare ad un'osservazione sulla mia vita sentimentale, dato che oggi l'unica persona a cui ho davvero tenuto da 6 anni a questa parte, mi ha annunciato che si è finalmente innamorata. Notavo cioè che ogni mio ex, dopo di me, ha scoperto l'amore, la famiglia, il matrimonio, la convivenza, le corse sulla spiaggia accocolati ad ascoltare il mare, la maglietta fina stretta al punto che, Whitney Houston, le torte a forma di cuore e altri stracazzi vari.
Mi interrompo un attimo e lei mi fa "Allora ti mando Giusva, così magari si innamora di me."
Io vivo nel Truman Show e voi lì a ridere mangiando pop corn.

4 marzo 2008

Ho smesso di bere: brindiamo!


Una giornalista americana di 30 anni un giorno si è accorta di avere un problema: la videofilia, cioè una forte dipendenza da pc, tv e cellulare.

Ed è così che, per vincere questa ossessione, ha aperto un sito internet.

Oylem goylem

Studiare la storia dell'ebraismo è così tedioso che arrivare al capitolo sull'olocausto fa l'effetto che fa a scuola la campanella dell'intervello.

19 febbraio 2008

I topi di Quarto stanno sbaragliando la trappola maltusiana: sono loro ad aumentare in progressione aritmetica mentre la produzione alimentare (l’immondizia) aumenta geometricamente. L’unica possibilità che abbiamo di non essere invasi, catturati e usati come cavie è che, alla fine, muoiano di bulimia.

11 febbraio 2008

Sto di merda. Mi si è scucito tutto.
Escono le piume d'oca dal piumone di piume d'oca. Si palesa il motivo di tanto calore.
Si spargono autonome nell'aere.
Resta un sacco vuoto. E pensare che un tempo era un piumone di piume d'oca.

14 gennaio 2008

Quando pongo fine ad una relazione sentimentale ci metto ore a spiegare il perché di quella scelta.
Nonostante questo, vengo guardata e trattata come uno che a scuola, per non essere interrogato, usa giustificazioni del tipo "Il cane mi ha mangiato i compiti durante la morte di mia nonna".

Talidomide for the soul

Ho ordinato 13 milioni di files spostandoli con il mouse nelle cartelle giuste fino a rasentare il tunnel carpale.
Il mio capo ha lavorato a lungo al pc che di solito uso io.
E' stato 10 minuti in bagno. A fare la cacca.
La carta igienica è finita.

Ora che specifico che i 4 avvenimenti sono avvenuti non nell'ordine in cui li ho scritti ma in quello esattamente opposto potete capirmi se vi dico che rimpiango di non essere nata almeno focomelica.

11 dicembre 2007

I miei oggi fanno 25 anni di matrimonio e ancora litigano perché le loro visioni rispetto al tempo che mia madre dovrebbe impiegare per la sua toiletta divergono. E divergono alle 9 del mattino in prossimità della mia stanza. E le loro voci riescono a toccare frequenze udibili dai beluga.
Nelle Galapagos.
In cima al mondo. Su Marte.
Aaah, questo è amore.
Dov'è finito il bisogno di esprimere i propri sentimenti avvelenandosi e, così, con un bacio morire?
Stavo sognando che Cesare Cremonini mi era simpatico ma purtroppo non posso parlarvene perché il sogno si è interrotto quasi all'inizio.
Auguri ragazzi, 2 di questi giorni

30 noevmbre 2007

- Ma ti sei stesa solo il tuo maglione? Non hai visto che c'erano altri panni in lavatrice?

-Sì, li ho visti, ma li ho lasciati lì per non ledere la vostra privacy.

23 novembre 2007 - Cose di casa nostra


Ho dei poteri.
L'altra sera dissi a mia cognata, preoccupata per un notevole ritardo del ciclo mestruale: "Vedi di non essere incinta, se no accidentalmente ti faremo cadere per le scale".
Il giorno dopo ha fatto il test di gravidanza ed è risultato negativo.
Baciatemi le mani.

16 novembre 2007

Acquisti




Yoghina Yokono adesso fa parte della nazionale italiana di volley

11 novembre 2007

Mi sono sbucciata un mandarino da sola. Vivrò una settimana di meno e pioverà a dirotto.

Il secondo sesso

Gli scacchi sono un gioco crudele. Io non sono tagliata per cose così cruente, non è nel mio stile, io sono la tipa dai parliamone non riesco ad agire senza spiegare, non riesco a pensare solo ai miei pedoni, e se la mia regina si trova di fronte alla regina avversaria io mi aspetto che solidarizzino e parlino di come la loro libertà di movimento sulla scacchiera non sia davvero sinonimo di potere ma equivalga a sfruttamento mentre alfiere, cavallo e torre (che per me è maschio) sono dei tecnici, degli specialisti, hanno le loro competenze, sono luminari l’uno della diagonale, l’altro dello spostamento a L e la torre la fa da padrona nei movimenti in orizzontale e in verticale. La Regina può spostarsi dove e quanto vuole. Perdi la Regina e ciao. Perché lei si deve arrangiare a fare tutto. Un po’ come accollarsi la cura dei bambini e della casa dopo una giornata di lavoro. Certo, a lei la fanno partire dalla casella del suo colore. Sedicente cavalleria. Come dire a una femmina tesoro mettiti in macchina e vienimi a trovare, io non posso venire. E il povero tesoro, inforca il volante e guida per 2 ore, magari compra pure il vino e qualcosa da mangiare, certo. Arriva da lui, citofona, lui apre dopo 10 minuti perché voleva vedere se gli era possibile dischiudere il portone con la forza del pensiero e degli effluvi della tuta sudicia che indossa, perché di interrompere il suo sodalizio con il divano non se ne parla. Quando finalmente si decide a schiacciare il tastino e lei arriva al di lui cospetto questo le concede addirittura di scansarsi dalla porta e cederle il passo per poi seguirla. Ooooh! Che signore. E lei è pure contenta perché il mio uomo è un gentelman.
Questo è la Regina. Una tuttofare senza dignità che deve accollarsi una squadra di monchi che possono muoversi o poco o solo in un certo modo pur di difendere il re.
Chi è più forte? Lei, che quasi si fa spuntare le ali pur di essere ovunque o lui, il Re, che se ne sta lì bel bello, comodo e protetto e si sposta a passettini?
E dunque la Regina, di fronte a una sua collega, deve deporre le armi. Combattessero per lo stesso maschio lo capirei, allora lì non ci sarebbe storia, fatevi pure a pezzi. Ma due subalterne figlie della istituzionalizzazione del patriarcato, due prodotti dell’illusione 68ina, due schiave del loro apparato riproduttore che le costringe a vivere per cercare un inseminatore, facendo girare la loro vita intorno alla maturazione dolorosa di ovuli e all’allestimento di un salone delle feste che 9 volte su 10 bisogna smantellare sempre a fine mese, bè io da queste due signore mi aspetto che si ammicchino e si sostengano. Che si alleino e facciano comunella. Che spettegolino della servitù o dell’ingenuità dei pedoni. Che dicano dell’alfiere che è solo un arrogante con il ciuffo tirato a lucido e che si accordino per andare a fare spese nel fine settimana. NON CHE UNA MANGI L’ALTRA E CHE L’ALTRA, PUR DI  METTERE FUORI GIOCO LA SUA NEMICA SI TROVI POI AD ESSERE MANGIATA DA UN CAVALLO!
Basta, io con gli scacchi ho chiuso.

6 ottobre 2007

Tra l'altro ho finito il credito nel cellulare e non ho intenzione di ricaricarlo perchè tanto fra poco passo a Tim e allora che è successo che ho provato a mandare un messaggio ma non mi è stato possibile. Tempo 4 secondi arriva un sms con su scritto “Vodafone traffico insufficiente ricarica o fatti dare in culo”. Va bene. Dopo pochi secondi compare la scritta sul  mio cellulare che dice “Messaggio 1 impossibile inviare ora” e subito dopo di nuovo messaggio Vodafone “”Traffico insufficiente etc etc” e poi ancora la scritta sul display “Impossibile inviare ora” e PIM altro messaggio Vodafone “Traffico insufficiente”.Ormai è una cosa tra il mio cellulare e la Vodafone e non accenna a smettere. E nell’estasi del botta e risposta io non posso nulla se non ammirare questo perfetto moto perpetuo verbale.

6 ottobre 2007

A ciascuno il suo


Il docente del corso di fotografia balbetta. Io odio la gente che balbetta, mi fanno venire l'angoscia. Sì, poracci, non è colpa loro. Ma infatti. E allora diventa giornalista, scrittore, riempitore di cuscini, cucitore di palloni. Non ti impelagare in un lavoro che rende il tuo difetto protagonista per 6 ore a settimana.
Che per caso gli ermafroditi fanno i collaudatori di condom? No.

14 ottobre 2007

Ci sono persone che fin dall’inizio tirano fuori l’argenteria senza pensare che molti di quelli a cui permetteranno di usarla hanno le mani sporche o potrebbero rubare dei pezzi. Sono quel tipo di persone che hanno la cultura del rispetto e dell’apertura mentale, quelle persone che non si preoccupano di proteggersi perché hanno piacere ad interagire con il prossimo.
E ci sono persone che usano sempre posate di plastica. Poi una sera a sorpresa prendono il servizio buono lasciando i commensali a bocca aperta…e allora sì che si laveranno le mani e staranno tutti a lodare quelle posate a dire oh ma chi se lo aspettava.

18 ottobre 2007

Take another picture with your click click click click camera.


La settimana scorsa il nostro insegnante di fotografia chiese ad ognuno cosa preferisse fotografrare. Un tizio disse che gli piace un casino fotografare cose marce.
Ieri, dal tizio in questione, ho ricevuto per posta elettronica una dozzina di foto da lui scattatemi durante l'ultima lezione.
Arrivo appena a cogliere il senso di tutto questo, poi, d'improvviso, mi sfugge.

27 ottobre 2007

Ero in pensiero per l'uscita del disco dei Radiohead. Temevo potesse essere deludente. Ed invece è bellissimo. Si insidia al primo ascolto da qualche parte e poi riemerge all'improvviso come una sorta di presagio. Poi lo risenti e allora conoscere è riconoscere.
Man mano inizi ad avere familiarità con melodie che sembra abbiano sempre fatto parte di te.
I Radiohead colpiscono qualcosa di cui non hai sentore normalmente. Riaprono discorsi su cui eviti di soffermarti perché adesso vuoi che la tua vita sia semplice. Costringono in qualche modo a fare i conti con quello che metti sotto al tappeto, che hai lasciato lì per usarlo quando ti servirà una mancanza, una falla, per iniziare qualcosa di nuovo.
Adoro Nude, Bodysnatchers e Reckoner. Stanno già lì, tra le mie canzoni. Bodysnatchers inchioda a terra ed è diretta come un fratello che ad un certo punto ti dice che non ha più voglia di giocare con te.
Nude è un tormento, una buona cioccolata bollente ma versata dove fa più male. E' una carezza, sì, ma insistente, sempre sullo stesso punto, per 20 giorni. 30. Una spalla dentro cui poggi la testa, ma se alzi la testa scopri che quella spalla appartiene a un mostro.
E Reckoner mi piace perché è ingannevole in modo però geniale. Ti aspetti una tregua dopo Faust Arp, che avrebbe potuto scrivere Elliott Smith prima di accoltellarsi, e poi c'è questa Reckoner. Che sembra , non so, la pezzetta per pulire gli occhiali tutti appannati. E invece ti spinge di nuovo verso il fondo e se proprio riesci a rubare una boccata d'aria poi scopri che è gas e che per te è la fine.

28 ottobre 2007

C'è una cosa che non ho capito...

Se uno che non ha la forfora usa lo shampo anti-forfora, rischia che gli venga la forfora?

30 ottobre 2007

Law and order


Il mio capo è giunto a patti con il concetto di sciacquone, finalmente, ma non ha ancora introiettato quello di scopino.

23 settembre 2007

Knives out



Il 3 Agosto 2007 Alberto Stasi era al Sony Center, Berlino, con un portatile e l'aria timida (vedi piedi con punte convergenti)
Sono stata sotto il tetto dello stesso centro commerciale con una persona indagata per omicidio e per caso compare in una delle foto che ho fatto. Ma che ci faccio io agli assassini?

21 settembre 2007

Se nasci tondo non muori quadro.


La genetica per me è un sollievo. Man mano si scopre che tutto è scritto nel nostro DNA, per cui siamo dei predestinati e non possiamo farci nulla, inutile sforzarsi. Io ci sono, non ci faccio, non posso perdere né peli né tantomeno vizi. Ogni sacrificio per migliorarmi sarebbe vano: chi sono io per combattere contro la Natura? È questo quel che mi è dato essere, quindi cin cin.

15 settembre 2007

Ti amerò fino ad ammazzarti

Oggi in treno ho molto colpito l'attenzione di un passeggero. Mi guardava, distoglieva un attimo lo sguardo e poi tornava a guardarmi.
Nel frattempo cercava di liberare dal cellophane il dvd acquistato -suppongo- poco prima: Un gatto nel cervello.

8 settembre 2007

...gli do un altro anno di tempo e poi vado a Lourdes


Stanotte ho sognato che tutti i miei parenti morivano: facevamo ruotare una tazza sul pavimento per scegliere il prossimo da uccidere. Ma c’è l’happy end:  mio cugino che mi batte il petto con una palla spinata fino a farmi uscire una grossa ferita che però invece di sanguinare si ricopriva di un’enorme crosta.

giovedì 8 dicembre 2011

mercoledì, 29 agosto 2007

L'intelligente


Uso questo spazio per salutare l'individuo che un giorno di non so quale anno ha deciso di fermarsi sulla strada più pericolosa del mondo per scrivere "Stabia Merda" su un pilone a 2 metri da una galleria alla cui entrata è riportata la simpatica immagine di un teschio mentre all'uscita invece c'è la foto di Padre Pio con su scritto "L'hai scampata, questa volta".

giovedì, 19 luglio 2007

Messaggi subliminali


- La moglie di Berlinguer era molto cattolica. Nonostante fosse la moglie di un comunista andava sempre in Chiesa.




[Mia nonna vs l'oppio dei popoli]

mercoledì, 18 luglio 2007

Aggiudicatevelo.

Ho messo all'asta mio padre. Noi non se ne può più.

giovedì, 12 luglio 2007


Estate è sinonimo di sandali. Per cui passo interi minuti a contare le dita dei piedi alle persone perché a colpo d'occhio mi sembrano sempre più di 5.

domenica, 08 luglio 2007

Today it's your birthday hope you'll have a party and I know I won't be there...


Prendo un libro a cui sono molto legata dalla libreria, lo apro a caso.
Pag. 57: "Il giorno più schifo della mia vita".

Praticamente lotto contro il male e combatto sola la malvagità.

venerdì, 06 luglio 2007


Che ho fatto?


Sono troppo per essere una sola persona. Non in termini di qualità, sia chiaro. Ho troppe cose dentro, donne che litigano con bambine capricciose mentre delle vecchie le guardano con tenerezza. Inoltre conservo una ad una le immagini di me che mi restituiscono le persone che mi incontrano. E stanno lì, in me, strette come in un ascensore e i capelli dell’una si impigliano nei bottoni della camicia di un’altra, e tutte si pestano a vicenda i piedi, non appositamente, è mancanza di attenzione. È per questo che mi assottiglierò, lascerò meno spazio a tutte queste persone che mi urlano in testa e mi piantano grane. Voglio essere una, voglio che le altre la smettano di litigare perché mi urlano nelle orecchie, ma da dentro. Non voglio dialettica, non voglio discussioni, voglio avere la mano ferma e il passo deciso per assecondare l’unica donna che sopravvivrà, quella che vincerà le altre, quella che occuperà tutto lo spazio.

mercoledì, 04 luglio 2007

Tutto fa un po' male

Quando uno pensa al "dare un tocco di colore" immagina sempre che i colori siano violenti, luminosi, caldi.
Anche aggiungere un briciolo di rosa o di grigio può voler dire "dare un tocco di colore".
Non ci si accorge che spesso le cose bastano così come sono, anche senza qualità, anche senza intensificare la quantità.
Io sono così. Se ci sono devo straesserci. Se parlo devo straparlare. Se voglio far ridere esagero.
Emetto flussi di energia, mi prodigo per ottenere le cose. Dovrei provare a non far nulla, a lasciare che tutto mi corra incontro. E resistere all’imbarazzo che di solito l’essere passiva e inerte mi provoca. Posso anche non aver voglia di parlare e intrattenere, non sono Sbirulino.
E se non dovesse arrivar nulla, almeno mi sono riposata.
Il fascino non è essere belli e perfetti. Ma io non ho detto che voglio essere affascinante, io voglio essere bella. E la bellezza affascina sempre, tutti.
Voglio muovermi come su una fune, sapendo che non posso che cadere in piedi. Se sei bello cadi in piedi.
Ho comprato un vestito perché ho pensato ti sarebbe piaciuto levarmelo. E poi vedremo, calcoleremo il tempo che ci metterà a finire sul pavimento. A meno che tu non voglia lanciarlo, così, preso dalla foga. E allora magari finisce su un mobile, sulla spalliera del letto, su una maniglia.
Non sto facendo molto per essere la storica che vorrei essere. Ma sono un’ottima conversatrice. E quello che io ho letto in tutta la mia vita l’ho assorbito e non lo sapevo. E l’ho scoperto ieri. I cerchi si chiudono sempre, errore grave credere negli episodi, nei momenti. Tutto torna, tutte tappe. Una specie di taylorismo, le azioni che perdono individualità per diventare contributi a qualcosa di molto molto più grande.

sabato, 30 giugno 2007

Gola profonda


Tu, inventore dell'Affogato al cioccolato Carte d'Or, sei una brava persona e io ti amo per questo.

domenica 4 dicembre 2011

cose che mi fanno impazzire

L’uccisione di John Lennon mi dà la certezza che l’arte esiste. Che si sovrapponga alla vita. Che l’artista diventi l’uomo che diventa artista. Dave Chapman era stato deluso dal musicista ma ha levato la vita all’uomo. L’arte che emoziona al punto di condizionare la vita dei suoi fruitori, di decidere di mettere te stesso dietro all’esigenza di decidere della vita dell’uomo che ti ha condizionato la vita. Nel momento in  cui è stato sparato, John Lennon ha raggiunto l’apice della sua carriera.
L’assassinio di Kennedy è una sorta di danza. Il presidente si avvicina a sua moglie, inclina la testa verso di lei continuando a guardare avanti. La sfilata tra la gente e la galanteria con cui ricorda alla sua donna che quel fiume hanno scelto di osservarlo dalla stessa sponda, l’uno accanto all’altro, come due timonieri silenziosi che leggono allo stesso modo il vento.
E poi il colpo. Lei che diventa superdonna e tenta di salvarlo, ma lo fa con l’ingenuità e l’immaginazione che di solito nei bambini è coltivata da quella che è la rappresentazione dell’anatomia umana nei cartoni animati. Vil Coyote cade da centinaia di metri ma non gli succede nulla. E lei raccoglie il cervello come se si fosse solo momentaneamente sfilato dal cranio, come se il cranio fosse un bracciale che per un istante ha lasciato il polso. E adoro quella donna che, nell’arrampicarsi verso la presunzione di pensare di poter davvero far qualcosa, si ranicchia in posizione quasi fetale, restando per un attimo in balia della speranza di poter vincere l’inesorabile.
Le Torri Gemelle che bruciano e le persone che si gettano è un’altra immagine che mi fa impazzire. La logica subisce un corto circuito.
La situazione è questa: il calore è insopportabile, alla gente gli si squaglia la pelle addosso. Allora si fa una gerarchia, una scala del dolore. Si sfugge alla violenza delle fiamme e ci si getta nel vuoto. Schiantarsi 1 – Ustioni 0. Vince lo schiantarsi al suolo cadendo da un grattacielo. Chi si è buttato ha rinunciato alla possibilità di salvarsi la vita cedendo all’impossibilità di sopportare il dolore. Morire soffrendo velocemente solo una volta avvenuto l’impatto. Sempre meglio che tentare, senza aver la certezza di riuscirci, di salvarsi soffrendo le pene dell’inferno cercando l’uscita. Il vuoto è la morte. Restare dentro è sopravvivenza. Vuoto 1 - Sopravvivenza 0.

23 giugno 2007

Non ho nulla contro gli animali ma detesto gli amanti degli animali e tra di loro, il gruppo che
i porterà all'ictus è quello dei gattari.

Il gatto catalizza la demenza: se un gatto entra nel campo visivo dei gattofili ecco che questi inziano a fare la vocina da bambino cui hanno appena diagnosticato la disfonia spasmodica.


Vocina usata per dire cose tipo “Vieni da mamma” o “Ma quanto sei bello tu quanto”.


Conosco uno che masturba la sua gatta e lei lo ringrazia standogli tutto il giorno appoggiata sulla pancia. Che voglio dire d’estate, a Napoli, deve essere piacevole.
Molti poi lasciano tranquillamente che i loro simpatici a-mici (come ho scoperto, raccapricciandomene, vengono chiamati i gatti su questo sito) dormano sul letto, perché tanto i gatti sono pulitissimi, del resto poi chi dell’Ufficio di Igiene manca di ricordare, tramite volantini e brochure, di leccarsi il corpo cospargendosi di saliva per garantirsi un’intensa pulizia?


Le donne invece usano i gatti come dei CiccioBello, con tutto ciò che ne consegue. Nei momenti di tristezza il gatto invece diventa improvvisamente un amico pensante e comprensivo con cui rifugiarsi nel greto della propria stanza per discutere del problema e trovare consolazione e, perché no, offrirgli una sigaretta o giocarci a briscola. Perché il gatto capisce più degli umani (“che so peggio degli animali”).


E tutta l’iconografia a tema gatto. Parliamone.
Quelle cazzo di cucciolate di siamesi con gli occhi supplicanti dentro ceste bordate di raso rosa. In quale Autogrill, in quale cartoleria mancano poster e/o biglietti d’auguri e/o cartoline gattiche? C’avranno 140 anni ormai 'sti siamesi. Niente, cristallizzati per sempre come simil-feti adagiati in una cesta addobbata con dubbio gusto.

Eroi nel vento
























Questo serpente di peluche intento a boccheggiare dà la misura di quanto sia fresca e ventilata la stanza in cui sono rinchiusa da giorni, mai lasciando le sudate carte.

No other way cut off your legs oh hey oh

Stamattina ho delle caviglie bellissime. Nessuno in famiglia ha caviglie così riuscite.
Mi hanno adottato.

Mare forza 9. Partire sì ma dove.

Quando vai sulla spiaggia ti devi portare due paia di scarpe, uno per te e uno per la sabbia.

And in the end the love you take, is equal to the love you make

Si, ma non vale. Perché l’amore che dai lo dai a qualcuno che per te è speciale. L’amore che ricevi spesso non lo ricambi perché ti arriva da una persona che tu non trovi speciale e che si innamora di te perché per te non vale nulla quindi le sfuggi e quando la incontri ti vede forte e bello e sicuro e sembra che tu non abbia bisogno di altro che di te stesso. Il che, in quel momento, è anche vero.
L’amore che dai è sempre più bello e importante di quello che ricevi, perché quello che ricevi non lo ricevi mai dalla stessa persona a cui lo stai dando. E se anche lo ricevi dalla persona che ami alla fine è un fastidio perché se la persona che ami ti riama a sua volta ti allontana dal sacro diritto di soffrire per amore.
La sofferenza per amore è un misuratore esatto dell’amore. E di solito si genera quando la persona che ami non ricambia e non ricambierà mai mostrandosi quindi ai tuoi occhi bella, forte, sicura. Se ti lascia sperare che un giorno potrebbe innamorarsi di te si gioca ogni possibilità di vedere ricambiati i suoi sentimenti. E quindi diventa la persona da cui ricevi amore, perché tu acquisti sicurezza e diventi tu bello e forte e basti a te stesso e ottieni quindi quell’amore scadente che è sempre meno bello dell’amore che dai tu.
Quando invece tu dai amore pensi che la persona che lo riceve dovrebbe sentirsi onorata. Pensi di provare qualcosa di meraviglioso e indescrivibile che fa di te una persona migliore. E invece chi riceve il tuo amore pensa che, siccome in genere l’amore che si riceve è uguale all’amore che si dà, non vede l’ora di dover compensare l’amore ricevuto dando a sua volta amore. E quindi passa le sue giornate a cercare qualcuno su cui scaricare l’amore che ha ricevuto, trasformandolo in amore da dare, ovviamente. Perché l’amore dato è più bello. Quello ricevuto è un fastidio. È un peso. La gente non ama sentirsi in colpa. L’amore che ricevi ti fa sentire in colpa. E ti fa ingrassare.
Quello che dai ti scava le guance, ti lucida gli occhi e ti fa sentire a posto con te stesso perché non stai avendo ma dando e questo, secondo l’ottica cristiana, è la via della vita eterna. E di Robin Hood. Mica gli eroi ricevono. Gli eroi danno. Perché sanno che verranno ricompensati. E quando dai quell’amore che ti fa sentire a posto con te stessa sai che poi al prossimo turno ti toccherà riceverlo l’amore, perché il peggio sarà passato, perché un giro lo paghi, l’altro è in omaggio. Per questo la gente, quando gli viene comunicato che ha vinto qualcosa, non ci crede mai. Perché lo sa che le cose gratis non valgono nulla. O nascondono qualcosa. Ed è così con l’amore ricevuto. Non conta niente, e nasconde qualcosa. Vuole qualcosa. Ed è proprio il non ottenerla che fa si che chi dà amore ne dia ancora di più e si sentirà sempre migliore. Tanto lo sa che al prossimo giro ne dovrà ricevere.

2 maggio 2007

Lidiota quando torna a casa dopo un viaggio, anche se breve, anche se in Umbria, è sempre triste. Perché come i bambini pensa che i disegni nell'aria si possano cancellare strofinando il palmo della mano nell'aria.
Che i giorni cancellino tutto e diano il via a nuove dinamiche, nuovi eventi. La lontananza da casa la sente chi parte, per chi resta è tutto uguale. Chi resta resta e basta.

Tu torni, gli altri erano già qui.

Kitchen. Banana Yoshimoto

Il ristorante giapponese è un’esperienza positiva se stai per morire di peste e allora dalla vita non ti aspetti più nulla.
Ti portano sto menu tutto impiastricciato con le foto delle pietanze scattate dal fotografo delle lattine Pedigree Pal, tu chiudi gli occhi e scegli a cazzo di cane tanto se non sono granchi vivi che ti camminano lungo il corpo sono gamberi semoventi ficcati di forza in un rotolino di riso con lo scotch nero isolante intorno.
Persa nelle insidiose volute del menu, mi vedo arrivare una giapponese con una tavoletta di legno con su un asciugamano arrotolato e umido. È per lavarsi le mani, dice. Ci puliamo le mani come le mamme puliscono i bambini dopo avergli cambiato il pannolino per strada su fasciatoi di fortuna, poi, schifati come le mamme a cui resta in mano quel pannolino pieno del dono del suo bambino, ordiniamo.
Arriva il tofu fritto con su delle cose marroni che si muovono come cavallette. Mi dicono che sono foglie di non so che cazzo e che si muovono per il calore. Secondo me erano cavallette. Nessuna forchetta, quindi mi aggrappo a queste bacchette e inizio a combattere contro la budinosità di questi quadratini. Che, ahimè, saltavano dal piatto perché le cavallette ovviamente erano vive.
Quel che ho preso dopo non lo ricordo perché ho ingoiato tutto in 6 secondi netti, tipo olio di ricino.
Il resto della serata l’abbiamo passato a mangiare un uovo di pasqua da mezzo chilo.
Dice che c’era una sorpresa dentro. Vi farò sapere.

6 marzo 2007

C'è qualcosa di magico nel fatto che ogni volta che a pranzo mangio la pizza fuori poi la sera stessa, quando torno a casa, trovo mia madre intenta a fare la pizza.

20 febbraio 2007

Bruno Lauzi è vivo e si nasconde a Quarto e prende il treno da Pozzuoli alle otto e mezza di sera, come dicono quelli di MTV.
Ho potuto scattare solo queste due foto, era distratto dalla lettura di Panorama.

Si è stirato i capelli, in un estremo ed inutile tentativo di non farsi riconoscere...

Noi ce l'abbiamo d'oro

- Allora...sulla tua particolare agendina in cui devi eliminare le persone sgradite, puoi fare un'eccezione e fissarmi un appuntamento entro l'anno?

- No.

13 febbraio 2007

Tra le cose che fanno parte della mia coscienza bambina, quella che ricordo con maggior limpidezza è l’ansia che mi generava la pubblicità dell’aiz.
O superman di Laurie Anderson, i contorni viola che sottolineavano figure in bianco e nero da film di Murnau, la voce cavernosa fuori campo, quel tipo di voce con il timbro che ogni bambino immagina abbia una delle persone da cui le mamme insistentemente lo mettono in guardia, insomma, l’esatta voce che ha lo sconosciuto che ci vuole dare per forza, così, gratis, le caramelle.
Quel che però faceva vacillare una mente ammorbidita dall’assidua visione di Mila e Shiro è il passaggio della siringa dal brutto ceffo di sinistra al brutto ceffo di destra, chiusi entrambi in un bagno sporco.
La siringa, per una bambina di 6 anni è l’inferno.
Tra l’altro, d’estate, genitori e nonni erano tutti uno jodel di “Attenti a dove mettete i piedi, possono entrarvi le siringhe nei sandali”, che già uno odiava i sandali perché a scuola i bambini con i piedini in vista erano il bersaglio preferito per ogni sorta di insulto, se poi ci associ la paura di essere punto da aghi infetti fai croce nera su tutto ciò che non è una Dottor Martens in acciaio inox.
Tornando allo spot, ci faceva paura. Io chiedevo a mio fratello, tra l’altro di quasi 3 anni più piccolo di me, di non lasciarmi sola durante la trasmissione di quella pubblicità. Non osavo cambiare canale perché la solennità di quei 50 secondi di terrore aveva generato in me la convinzione che fosse necessario sentire lo spot fino in fondo. Cominciarono le paranoie. La consapevolezza che l’AIDS non si vede ma sta crescendo. Erano tempi di frequenti lavate di mani, mani che tenevamo sollevate come fossimo chirurghi in procinto di operare. Erano tempi di silenziosa paura di morire, non osavamo parlarne con i nostri genitori, potenzialmente l’aiz potevamo averlo tutti. Anche noi. Perché poi io personalmente avevo tutte le cassette di Esplorando il corpo umano e lì si vedeva chiaramente che i virus, oltre a parlare, hanno una preoccupante motilità: potevano raggiungerci senza problemi. E la cosa ci faceva sentire in colpa. Non sapevamo cos’era precisamente l’Aids. Mi chiedevo se la fluorescenza viola fosse visibile ad occhio nudo. Avevo in testa i gemiti di quella canzone che immaginavo cantata da un gruppo di uomini pelati, magri e ricurvi intenti a camminare in cerchio in una stanza, molto vicini alle pareti.
Poi oggi ci sono incappata per caso e niente, sembra di sentir parlare Ruini.

... portando dentro accidïoso fummo.

Sto diventando pigra a tal punto che, quando ho voglia di caffè, mi svuoto 4-5 Pocket Coffee in una tazzina.

6 febbraio 2007

-Vediti "Deja vu"
- Di chi è?
- Ridley Scott mi pare, quello della” 25esima ora”,no?
-Quello è Spike Lee
-Ah, quello di American Beauty,no?
- Veramente quello era Sam Mendes.

1 febbraio 2007

Kinder colazione più è nettamente la peggior merendina di tutti i tempi.
È color capelli sporchi e, siccome è molliccia, si ciancica tutta e sembra sempre già masticata. Per dare un tocco di gioia alla colazione la mettono anche in quell’anonima bustina trasparente, manco a puntare sull’occhio non vede cuore non duole.
Il sapore ricorda quello della pasta e ceci che, per carità, c’è a chi piace, ma non da inzuppare nel latte.
No perché se non la inzuppi, sta beneamata merendina ti resta in gola bloccata e si rischia seriamente di soffocare, non scherzo.
Cinque cereali per partire alla grande dice. Ma non mi bevo un gallone di olio di ricino se proprio ho problemi di pigrizia intestinale?
Solo i Tarallucci battono il disgusto generato da quei 10 cm di depressione.

Marzullate

Vuoi veramente uscire da eMule?


No, per finta.

29 gennaio 2007

Il mio sfigato amore per Eddie prosegue tra un contadino medievale e l’altro, tra un commercio internazionale, una gualchiera e un Henri Pirenne.
Avvilita davanti a questo libro, dello spessore di un gradino per lo step, mi chiedo se sia il caso o meno di indossare una minigonna all’esame: darebbe un tocco porco alla mia ignoranza.
In alternativa potrei anche entrare in aula poggiando un braccio disteso sullo stipite della porta e sospirare: scusiihhh hhho fatto tardi…adesso  mi siedo, prima che perda i Scinqueeeh sensiiiiih, è pur sempre uno storico fatto di carne…dovrebbe soprassedere su certe lacune che insozzano la mia preparazione. Diciamo che la ricoprono totalmente.
Cercando conforto nella tv (!), faccio zapping selvaggio tra un canale e l’altro. Arrivo a La Sette.
Ovviamente c’è un servizio sui gggiovani d’oggi e sulle loro manchevolezze in ambito storico.
E come se non fosse bastato questo parlar di corde in casa di impiccati, quando a uno chiedono “Chi è Aldo Moro?”  lui risponde “Il capo del partito comunista.”
Se dio esiste penso proprio che stia cercando di dirmi qualcosa.

27 gennaioo 2007

Ha i capelli sporchi, la voce di un cane, sta sempre in giro per il mondo, si veste malissimo e non mi caga, anzi, non sa nemmeno che esisto: se però, qualora dovessimo incontrarci, mi facesse sentire una povera stronza senza qualità sarebbe praticamente l'uomo della mia vita.