venerdì 20 gennaio 2012

25 novembre 2010

Sweet Years


Tutti i giovani che stanno in quella parte del mondo in cui si mangia e in cui nelle riprese televisive non ci si presenta gonfi e con le mosche in faccia, di mattina, fanno colazione con biscotti dove stelle di zucchero sormontano tondi di cioccolato.
Dove virgole di pasta frolla inglobano goccioloni di cacao e braccia di pandispagna nero incontrano mani di pandispagna bianco. Posti in cui i cereali si tuffano nel miele e ne escono ripieni e avvolti.
A casa mia, invece, la colazione si fa con gli Ottimini della Divella (un nome che è tutto un ossimoro), ellissi di farina di frumento senza Ogm o grassi idrogenati.
Questi sconosciuti manicaretti che illuminano il nostro mattino, se immersi nel latte al cacao assumono il sapore di un grissino integrale troppo cotto, di Pringles alle olive e anche un po’ di panino al prosciutto crudo.
A quel punto, in proporzione, solo una pasta con le sarde riuscirebbe a garantirmi la meritata ed esclusiva attivazione dei recettori del dolce, cosa che bene o male tutti ricercano, almeno nelle prime ore del mattino. 

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