sabato 17 dicembre 2011

1 settembre 2008

Le parole sono importanti

Una donna lavora studia e lavora per un intero anno.
Cerca di conservarsi i soldi, detraendoli dalle elemosine che guadagna ogni mese.
Arriva luglio che, quest’anno, ci ha messo una vita a finire.
Il 5 agosto un volo per Londra, prenotato a MAGGIO, l’aspetta.

Venerdì 1 agosto: il collo si gonfia tipo tappo d’alluminio dello yogurt quando va a male e sviluppa il botulino e l’ebola.
Venerdì 1 agosto – interno notte- inizia un dolore lancinante all’orecchio sinistro. Insonnia. Cuscino primo nemico.
Sabato 2 agosto. Occhiaie, febbre, orecchio dolorante e coglioni vorticanti. Prenotazione visita otorino che, se non fosse per il cancro che ha, col cazzo che lo trovavo a Napoli il 2 agosto.
Ore 16: l’otorino chiama e annuncia che la visita è rimandata di 3 ore. E già questo.
Ore 19 e 10: sono su quella sedia da braccio della morte con un vecchio esacerbato dalle sfide che la vita gli ha messo davanti che mi fa volutamente male premendomi la testa e il collo, stringendomi il naso tra le mani, inserendomi un divaricatore nell’orecchio e sputandomi in faccia.
Ore 19 e 15: il dottore mi annuncia una “grave otite media”.

“Dottore, io martedì dovrei part…”
“NO”

Gli spiego dell’aereo, di Londra, di Berlino, degli ostelli prenotati, dei bambini che muoiono di fame, dell’allocazione delle risorse scarse, di mio cugino che quando ero piccola me l’ha fatto vedere, ma lui niente. Continua a dire NO, che anzi a un certo punto ho pure pensato di porgli diversamente la domanda, tipo “Devo non partire?” ma la verità, a quel punto era che quell’aereo non l’avrei preso.

Torno a casa con una lista di medicine di 4-5 metri. Tanto che, ovviamente, il 6 agosto ero sana come un pesce, potevo vincere il premio “OMS 2008”.
Le ore successive a quella visita le ho passate fissando il vuoto e scoppiando a piangere a intervalli regolari.
La guida di Londra del National Geographic era lì, sulla mia scrivania a ridere di me.
Ho dovuto disdire tutto. Ovviamente ci ho perso i soldi dei voli.
Mi aspettavo, come minimo, che a Londra facessero un attentato. Che a Berlino tornasse la NSDAP. Che violentassero tutte le 25enni napoletane. E invece niente. Non sono partita e basta, non è che c’era un reale motivo per subire questo bello scherzetto.
La morale della storia è che, anche quando succedono certe cose senza senso, quando perdi una vacanza prenotata da mesi, quando perdi l’occasione di staccare un po’, riposandoti da una vita schifosa, c’è sempre una dozzina di parenti pronta a dirti, ripetutamente e ad ogni contatto telefonico, che OGNI IMPEDIMENTO E’ GIOVAMENTO. 

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