domenica 4 dicembre 2011

28 febbraio 2006


Il film che ho visto ieri parla di un tipo da cui mi farei dare almeno 300 botte di fila. Questo tipo si droga e per tirare avanti dà in pegno ripetutamente il tv color di sua madre e questa poveraccia ripetutamente se lo va a riprendere. Dico io, dalli direttamente a tuo figlio i soldi così vi risparmiate una sfacchinata a cranio, no? 
No. 
Questo ragazzo sessualissimo ha per amico il nero di Scary Movie e per donna una gnocca figlia di papà. Lei ha il pallino del disegno e si droga. Anche il nero si droga. 
Nel frattempo un’emittente televisiva contatta la madre del drogato per chiederle di partecipare ad una trasmissione in tv. Lei, galvanizzatissima per questa inaspettata botta di vita, va in camera sua e tira fuori un vestito del ’18, di quando suo figlio drogato, che all’epoca non era ancora drogato, prese il diploma. Questo vestito rosso diventa il fulcro inconsapevole del film, la reason why, il catalizzatore silente: segno del tempo che passa malignamente, la cerniera dell’abito stenta a salire. Questo getta nello sconforto la povera vecchia proletaria che decide di tingersi i capelli della stessa nuance di Rita Pavone. Il figlio a un certo punto si mette in affari col nero: spacciano eroina e diventano ricchi e quindi la ragazza inizia a prendere sul serio il suo smaccato talento da stilista. Nel mentre esce con un uomo calvo e sogna di introdurre con violenza nella di lui mano una forchetta urlandogli “Brutto porco bastardo”. 
Intanto la madre della sex-machine inizia una dieta che manco Gandhi. Presa da attacchi di fame e allucinazioni agroalimentari decide di rivolgersi ad un medico: questo le prescrive a sua insaputa delle anfetamine. Tornata a casa, la madre inizia la sua cura, nel giro di pochi giorni perde molti kg e diventa epilettica. 
Per il figlio e per il suo amico nero iniziano i guai: i negri del quartiere si incazzano e iniziano a uccidere tutti. L’albero della cuccagna è agli sgoccioli. Panico. La fidanzata-gnocca presa dalla rota inizia a prostituirsi per fare soldi. Va a letto con il pelato che, non si capisce perché, durante l’amplesso diventa riccio. Tornata a casa, viene assalita da quel finto senso di colpa che dà sui nervi. Il figlio snaturato intanto si rende conto che è stato un tormento per sua madre attraversare 700 miglia al giorno per riprendersi la tv e allora ha un’idea: decide di regalarle un televisore coi controcazzi. La va a trovare e la trova un po’ su di giri. Lei, sudata come un macellaio ad agosto inoltrato continua ad abbracciarlo, lui, maldisposto nei confronti del sudore si scansa. Un fulmineo smascellamento di lei insinua nel ragazzo il seme del dubbio. Costui si accorge che sua  madre smascella. Fatti due conti, il perspicace giovanotto capisce che, piuttosto che comprare un nuovo vestito, sua madre è diventata una drogata pur di rientrare in quel demodé abito rosso. Scatta la ramanzina e, voglio dire, fatta da uno che ha le vene tutte cianchicate e viola opalescente fa scena. La madre la butta sul patetico, ricorda al figlio che è vedova e sola e non ha niente nella vita. Con poca convinzione il figlio lascia l’appartamento promettendo a sua madre di tornare a breve per una cena con la sua donna. La madre promette di cucinare zuppa di osei, il figlio si impensierisce. Pochi minuti e ci ritroviamo con il ragazzo e il nero che fanno la fila nel retro di un supermercato insieme a un nugolo di tossici, per compare l’eroina. Quando tutto sembra essersi risolto per il meglio, gli spacciatori iniziano a sparare sulla folla. È l’inizio della fine. l’astinenza colpisce tutti. La ragazza dà di matto, il ragazzo pure, il nero mantiene già un po’ di contegno in più, la madre è quella che sta peggio: fissa per ore il televisore spento, quando lo accende vede i personaggi della televisione uscire dal televisore e ballare canzoni brasiliane nel suo soggiorno. La ragazza decide di procurarsi l’eroina offrendo favori sessuali ad uno spacciatore nero che la chiama Lady Maryon. Il nero si trova in un’auto in cui sparano random. Il bianco ha le vene ridotte veramente male, allora decide di andare in Florida col suo amico. 
Il viaggio non è questa goduria, infatti i due amici si trovano in ospedale perché il ragazzo ha un dolore insopportabile al braccio. Arrivati in ospedale i medici decidono che c’è una sola cosa da fare: amputare quell’orrore. 
La madre invece impazzisce. Con il suo vestito rosso addosso inizia a camminare per strada, prende la metropolitana per andare in televisione ma si trova anche lei in ospedale. Le fanno l’elettroshock. 
Alla fine i protagonisti, lasciandoci quell’ultimo alito di gioia, si mettono tutti in posizione fetale, a significare qualcosa forse, ma che importa: il giubilo residuo nei nostri cuori ci fa venire voglia un po’ a tutti di comprarci un vestito rosso di 3 taglie in meno.

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