domenica 4 dicembre 2011

lunedì, 24 ottobre 2005

#1

Lidiota sente i dischi di febbraio e diventa inquieta. Ricorda con quanta foga cercava la solitudine per potersi imbambolare serenamente sulle immagini dell’ultimo corpo a corpo con lui.
Lidiota aveva una stupida agenda che tirava fuori ogni 10 minuti per scriverci i suoi stupidi appunti su pensieri che allora apparivano irrinunciabili. Appunti che non avrebbe mai sviluppato come si era ripromessa.
Ci sono sensazioni che sono come camere iperbariche: una sosta totale sotto pressione dove l’unica cosa che puoi fare e aspettare che finisca e che aprano quella porta.
Lidiota costruisce monumenti nostalgici da venerare come fossero surrogati di quei momenti.
Comincia ad attorcigliarsi nervosamente i capelli sorprendendosi nel notare la propensione ad una certa isteria qualunquista. Vorrebbe solo uccidere ogni donna che ritiene potenzialmente capace di attirare la sua attenzione. Vorrebbe uccidere qualsiasi cosa succhi l’attenzione di quelle dita indimenticabili.
Lidiota gioca a scacchi con la vita sapendo che nella vita come negli scacchi occorrono due cose: razionalità e pazienza. Ogni pezzo va messo nella posizione in cui la sua potenzialità è massima dopodichè basta sviluppare tutti i pezzi. E tenere in scacco il nemico per tutto il tempo.
Perché come insegna Sun-Tzu siamo sempre in guerra e ognuno è un nemico. Anche un amante. Anche l’uomo della tua vita.

Per vincere bisogna mostrarsi più deboli di come si è e poi attaccare. A sorpresa.

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