domenica 4 dicembre 2011

Have a nice day

21 ottobre 2005

Una giornata che inizia con il tentativo fallito di accorciare la frangetta senza sembrare un tanga da ballerina di charleston non è una buona giornata.
E infatti.
Il viaggio in pullman è un inferno, le paranoie si avventano su di me senza lasciarmi nemmeno uno scampolo di salvezza.
Il climax lo raggiungo quando una vecchietta smette di parlare con la sua amica per chiedermi di obliterarle il biglietto. A quel punto sospetto che siano complici e che mentre una tenti di distrarmi con la storia del biglietto l’altra voglia controllare i nei a rischio sulla mia schiena. Per fortuna le bestemmie dell’autista calamitano l’attenzione dei viaggiatori salvandomi in extremis.
Arrivo finalmente in facoltà, cerco l’aula, mi siedo nei dintorni. Con supremo smarrimento constato che sono l’unica ad attendere la deliziosa lezione di francese. Ne approfitto per rinfrancare la vescica, mi tornerà utile quando i miei muscoli meridionali perderanno lo smalto fornitogli dagli esercizi di Kegel.
Leggo sulla porta del bagno frasi come “Ale da quando non ci sei più tu i cessi non sono più gli stessi”.
Esco e incontro il professore di francese e gli chiedo se la lezione si terrà dal momento che sono l’unica presente. Lui risponde alle mie domande, ma quando vedo la goccia di sudore sulla sua fronte a denotare il cedimento dei suoi muscoli pelvici mi fermo e lo lascio pisciare in santa pace.
Entro in aula e -dio sa perchè- ci sono le sedie disposte a cerchio che mi ricordano le riunioni per alcolisti anonimi a cui del resto non ho mai partecipato solo perchè mi mancava una delle condizio sine qua non e cioè l’anonimato che non sono riuscita a dimostrare benché avessi camuffato accuratamente le diciture sulla carta di identità.
Comunque entra il professore e mi chiede di avvicinarmi, di entrare nel cerchio. Sperando di riuscire ad evitare almeno la prova della fiducia mi avvicino a lui il quale mi chiede di restare perché mi avrebbe fatto una lezione privata.
Noto un buco sul suo collo, direi che abbia subito una tracheotomia, ma scommetterei più su una sua recente partecipazione mal pagata ad un film di Dario Argento.
Le ore volano liete e la lezione volge velocemente al disio.
Vado alla Feltrinelli per cercare dei libri, alcuni per la tesi altri per diletto. Ne trovo 3 su 8 […].
Nel frattempo incontro l’uomo della mia vita intento a leggere La volontà di sapere  e capisco che è dio che mi sta mandando un segno: ho letto quel libro pochi mesi fa e l'ho comprato anche io alla Feltrinelli e nel mio libro ci sono scritte le stesse parole riportate nel suo libro! Incredulità.
Mentre chiedo di Aristofane lui si allontana. Lo troverò alla cassa poco dopo dove mi fermo a lungo per capire ogni quanti soldi spesi si ha un punto. Una volta spesi tipo 5,90 euro ed ebbi nove punti. Oggi  ne ho spesi 24, 50 e ne ho avuti 10. I misteri della serie di Fibonacci, direi.

Vabbè. Prendo il regionale e vedo uno che somiglia a X. Mi precipitò nel sediolino vuoto di fronte a questo ma scopro che non è lui. Oddio, per un po’ ho continuato a sospettarlo, nonostante avesse capelli e occhi di un colore diverso dal suo. La prova schiacciante che stessi sbagliando persona però l’ho avuta solo nel momento in cui ha pronunciato la parola dittongo.

Questo similX scende dopo 2 fermate lasciandomi sola con uno con la faccia da terrorista hawaiano, la patta sbottonata e in mano un libro che –giuro- si intitolava “L’operaio di dio” che mi lanciava occhiate lascive.

Arrivati a Quarto inizia a piovere. Una foresta vietnamita cosparsa di buche e animali morti.

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